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Ritorno in DAD in molte realtà, ma non per tutti i gradi d' istruzione. Perché?

La variante inglese del Sars-Cov-2 è molto più contagiosa e infetta maggiormente i bambini che, come purtroppo si sta constatando in queste ore, non solo la veicolano, ma ne subiscono i sintomi, a volte molto gravi.


La didattica a distanza è l’ultima spiaggia considerabile, ma prima si sarebbero potuti abbassare notevolmente i rischi, dimezzando le classi in due turni, garantendo un reale distanziamento, eliminando la mensa in presenza, come espresso nelle proposte presentate dal Coordinamento Nazionale Scienze della Formazione Primaria.

A Bologna, per citare solo una città, la situazione è talmente preoccupante che chiuderanno le scuole di ogni ordine e grado, a partire da lunedì 1° marzo 2021.

Tutte le scuole, tranne l’infanzia e i nidi, perché, si sa, in una fascia d’età in cui non è richiesto di indossare la mascherina il virus non circola!

Si apprende con crescente preoccupazione che la scuola non è il luogo in cui costruire un sapere collettivo in una comunità educativa, che sa riflettere e crescere, ma un parcheggio, anche a basso costo.


In quest’ottica non stupisce che la politica, finora, non abbia valorizzato la formazione degli insegnanti né abbia garantito una didattica di qualità.

Solidarietà ai colleghi e alle colleghe di Bologna che, in una situazione allarmante, si sono presentati a lavoro con senso di responsabilità e professionalità e tanto sostegno ai colleghi dell’infanzia, ancora in presenza da lunedì. Hanno pari dignità di tutti i docenti di ordine e grado e hanno diritto alla sicurezza come ogni cittadino.

Infine, un ringraziamento immenso, visto che nessuno ha pensato di farlo prima, a tutti gli insegnanti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado che, dall’inizio dell’anno scolastico, hanno prestato servizio nella scuola italiana in presenza, rafforzando e consolidando gli obiettivi di apprendimento dello scorso anno e lavorando instancabilmente per essere in linea con la progettazione e la programmazione dell’anno corrente.

Non sono eroi, hanno fatto il loro dovere e aspettano, pazientemente, soluzioni immediate e concrete. Un Paese senza la scuola è un Paese che ha fallito.


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