top of page

Anche poche ore in presenza a scuola, ma non vogliamo terminare l’anno scolastico in DAD.

Da alcune settimane la maggior parte delle regioni italiane è in zona rossa, a causa degli elevati contagi causati dalla variante inglese del Sars-Cov-2.


Nonostante questa variante infetti maggiormente i bambini, il Governo pensa a un immediato ritorno sui banchi dopo Pasqua per le scuole dell’infanzia, primarie e alcuni ordini delle secondarie di I grado, anche nelle zone con più elevata incidenza dei contagi, confidando sull’avanzamento della campagna vaccinale per il personale scolastico.

Le somministrazioni della prima dose di vaccino ai docenti, rallentate a causa delle difficoltà organizzative delle Regioni e del blocco momentaneo del vaccino AstraZeneca, non possono bastare a limitare i contagi, perché, fino a quando anche gli alunni non saranno vaccinati, le scuole non potranno mai dirsi veramente sicure.

A causa dell’elevata contagiosità della variante inglese, le misure di sicurezza finora adottate non sono più sufficienti.

Serve maggiore prudenza, a dispetto di chi vorrebbe che tutto semplicemente tornasse come prima, come se l’avvento della terza ondata e il conseguente aumento del contagio nelle fasce giovanili della popolazione non ci fosse mai stato.


Una delle situazioni più problematiche nella quotidianità scolastica è sicuramente quella della refezione: il pasto è l’unico momento della giornata in cui gli alunni rimangono per un prolungato periodo di tempo senza indossare la mascherina.

Recentemente l’Istituto Superiore di Sanità ha dichiarato che sarebbe opportuno aumentare il distanziamento fisico fino a due metri, laddove possibile e specialmente in tutte le situazioni nelle quali venga rimossa la protezione respiratoria (come, per esempio, in occasione del consumo di bevande e cibo).

Appare evidente che per garantire una minima sicurezza a scuola sia necessario incrementare il distanziamento fra gli alunni durante la consumazione del pasto. Se ciò non fosse possibile, sarebbe opportuno sospendere le mense scolastiche e ridurre le attività didattiche alla sola mattina. Le ore pomeridiane del personale docente potrebbero essere efficacemente utilizzate per svolgere ore di DAD nel pomeriggio oppure per svolgere compresenze durante la mattina al fine di garantire maggiore sostegno agli alunni con bisogni educativi speciali.


Meglio alcune ore in meno in presenza e maggiore sicurezza che dover rischiare di chiudere nuovamente le scuole e terminare l’anno scolastico in DAD.


5 visualizzazioni0 commenti

Comments


bottom of page